Le città "nascoste" sembrerebbero, al primo impatto, delle viste dall'alto
dei nostri paesaggi.In realtà è una vista interiore delle città, ovvero un'analisi della vita
cittadina vista dal mio intimo.Le mie città sono sempre convulse, piene di contrasti "bianco
e nero", di rosso, di gocciolature indicanti le varie fasi di vita delle persone. Invitano a
guardare la realtà urbana sotto un diverso punto di vista. Quando dall'esterno sembra tutto
"bianco", in realtà, sotto la coltre di cemento si celano delle realtà oscure, non sempre
percettibili dalla normalità delle persone. La voglia di capire queste realtà mi ha portato a
realizzare queste opere col solo intento di trasmettere un messaggio puramente personale sul
modo in cui oggi le persone vivono la loro quotidianità. Uso normalmente cementi, gessi e
pezzi di recupero elettronici come tastiere, cavi, schede elettroniche, ecc. Il tutto viene
poi dipinto con i soliti miei amati colori industriali.
Mino Gaffuri
Critiche d'arte
Calvino sta alla letteratura come Gaffuri sta alla pittura.
Un'equazione semplice, un'analisi ermetica e tuttavia esaustiva. Se il primo,
infatti, è il Virgilio delle "Città Invisibili", Mino lo è per le
"Città nascoste".
Il suo è un viaggio di ricerca emozionale in bilico tra la ferma essenza del
suo essere e la mobile fuggevolezza del suo pensiero; ne risulta un'istantanea
del substrato urbano, attraverso la quale viene alla luce tutto ciò che
solitamente alberga nell'ombra del quotidiano fruire della realtà: la
matericità dei suoi quadri scaturisce dalla commistione di elementi in cui
naufraga la società contemporanea e dove, in un oceano urbano di schede
elettroniche, resine e vernici, si riproduce il caos degli odierni sistemi
cittadini, nascosto sotto gli squarci del cemento che maschera le tele del
Gaffuri e che nessuno vuole rompere. Il ricorso talvolta volutamente esasperato
alla tecnica dripping aiuta l'artista a riflettere il proprio sguardo sulle
Città di oggi, nel loro esagerato caos, nascoste agli occhi di chi le vive
quotidianamente.
Dott. Mangusta
Non è necessario incontrare Mino Gaffuri per conoscerlo, è sufficiente
soffermarsi alcuni istanti davanti alle sue opere e leggerle con attenzione
per capire l'Autore e per conoscere la sua personalità.
Mino è un autodidatta ma non noti la sua mancata frequentazione di accademia.
Sulle sue tele i colori vengono stesi di getto.
La gestualità con la quale i suoi smalti prendono forma denota sicurezza senza
ripensamenti o titubanze.
Riesce a dare movimento e piacevolezza pur usando smalti di colori puri.
Nei polimaterici ed in modo più evidente nelle "Città Nascoste" riesce a
rivalutare materiali ritenuti da noi obsoleti ed inutilizzabili, nobilitandoli
con il suo acume e facendoli rivivere in opere.
Opere piacevoli e degne di ritornare da noi come arte consentendoci di
apprezzarle emotivamente in senso positivo.
Enzo Pagliari
L'artista è particolarmente interessante per la propensione a passare
con grande facilità da una pittura figurativa "accademica" ad una
non figurativa, la quale tuttavia non cessa di essere significante.
La creatività senza freni che lo caratterizza, lo porta ad
utilizzare materiali di recupero, poveri, quotidiani e ad elevarli
come oggetti d'arte.
L'altro elemento che lo caratterizza è l'utilizzo incessante del
cemento, quasi volesse dare maggiore consistenza a questi piccoli
"gioielli materici".
La minuzia e la dovizia di particolari, che caratterizza l'oggetto
d'arte, è riflessa anche nelle cornici, anch'esse frutto di una lunga
ricerca formale e di un estenuante lavoro attuato dall'artista.
Marianna Masini/p>